Bianco e Licandro contro Lombardo

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«Col governo Lombardo si chiude una pagina buia, ora sviluppo e legalità». Enzo Bianco la pone così, per dare un senso ad una conferenza stampa dai molti nodi da sciogliere, dagli orizzonti ancora indefiniti. È andata in scena ieri mattina a Palazzo degli Elefanti, su iniziativa dell’associazione “Liberal PD” e delle forze politiche d’opposizione extraparlamentare al Governo Lombardo. Si tratta del «Partito dei Comunisti Italiani» di Orazio Licandro, di «Sinistra Ecologia e Libertà» di Claudio Fava e de «l’Italia dei Valori», rappresentata dall’avvocato Silvio di Napoli. Ma, accanto a queste, non mancavano sigle più piccole, come il «Partito Socialista», «i Verdi» e l’«alleanza Lib- Lab» di Gimmi Cassano. Tutte unite dal proposito di lanciare un segnale.

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Ai cittadini, e non solo. Perché il ‘convitato di pietra‘ dell’iniziativa è certamente la maggioranza del Partito Democratico catanese, quello diretto da Luca Spataro e dominato dalla senatrice Anna Finocchiaro e dal gruppo dirigente della Camera del Lavoro etnea. Loro i candidati ce li hanno già. Si tratta, rispettivamente, di Rosario Crocetta alla Regione e del deputato nazionale Giuseppe Berretta per il secondo piano di Palazzo degli Elefanti. A tenere un canale aperto con Bianco e con le sinistre hanno inviato Daniele Sorelli, dirigente provinciale e membro della segreteria nazionale dei Giovani Democratici. «Sì, credo proprio che Bianco abbia intenzione di candidarsi a sindaco», ci spiega. E il candidato Berretta? «Noi ci auguriamo che Bianco si sottoponga alle primarie, più siamo e meglio è» ha concluso ecumenico. Ma sul tema l’ex primo cittadino della Primavera preferisce per ora glissare. “Se pensate che stia per annunciare una discesa in campo per le Regionali, vi prevengo subito: ci sono già in campo fin troppi candidati“.

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Semmai la proposta è quella di un tavolo programmatico, “aperto a chiunque e pronto a discutere dell’alternativa dinanzi al fallimento di questo governo“. E sul PD dice: “Ci auguriamo che quei settori che in questi anni hanno appoggiato Lombardo possano ripensarci, il nostro tavolo è aperto a tutte le forze riformatrici». Bianco sfoglia il programma del candidato Raffaele Lombardo: “Lo ha depositato alla cancelleria della Corte d’Appello di Palermo nel giugno 2008, contiene nove punti: Federalismo fiscale, turismo integrato e sostenibile, agricoltura competitiva, promozione del capitale umano, sicurezza del territorio, Sicilia libera dalla mafia, riordino delle partecipate, aeroporto del Mediterraneo, innovazione e ricerca“.

Un programma che il senatore non commenta, limitandosi ad un lapidario: “Chiedo a tutti voi: che ne è di tutto ciò?“. E sulla crisi occupazionale: “Tre vertenze aperte: Nokia, Aligrup e Windjet: Su nessuna di queste, mi dicono da Roma, la Sicilia è in campo a tutela delle proprie risorse“. Su Catania si è invece appuntata l’attenzione di Orazio Licandro, coordinatore della segreteria del PdCI, il più stretto interlocutore di Bianco in questa fase. Il suo partito è federato con Rifondazione Comunista nella “Federazione della Sinistra”, ma almeno sul piano locale tra i rifondaioli (assenti) e il «sindaco della Primavera» non corre buon sangue. “Se ne è andato il peggior governo regionale della storia repubblicana– attacca Licandro- i siciliani sono più poveri, il tessuto sociale è polverizzato“. “Sulle parole d’ordine di ‘sviluppo e legalità’ vogliamo rimettere in moto la partecipazione dei cittadini, a partire da Catania. 

Senza di loro – ha ammonito- questa città non cambia, non si esce dalla stagione di primitivismo politico fondato sul clientelismo e sul do ut des“. Rapporti tesi a sinistra (almeno a Catania), anche tra PdCI e SeL, a causa di pregressi attriti tra Licandro e Claudio Fava. E se il fondatore di SeL è in giro per la Sicilia per promuovere la sua corsa solitaria a Palazzo d’Orleans, a rappresentare il partito c’è il segretario provinciale, legatissimo a Fava, Giolì Vindigni. “Lombardo ha diviso i partiti – ha detto Vindigni- ma lascia macerie soprattutto perché ha diviso l’antimafia delle associazioni. Le ha divise, scegliendo con quali interloquire e quali finanziare, quali invece escludere“. Da oggi il centrosinistra è alla ricerca di un candidato. E se al Comune, Bianco o no, le alternative non mancano, alla Regione dovrà tentare di arginare Crocetta. Un’impresa titanica, vista la popolarità dell’ex sindaco di Gela. Non solo tra l’establishment e i gattopardi lombardiani, ma anche tra gli elettori del più ampio centrosinistra.

Enrico Sciuto

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